Come cambia il modo di viaggiare quando arriva un bambino

Se amate viaggiare, una delle domande che vi sarete fatti all’arrivo di un bambino o al desiderio di averne uno, e ora? Non viaggeremo più!

Mai niente di più falso! E’ ovvio che il viaggio non è lo stesso e non potrebbe esserlo, soprattutto nei primi anni di vita del piccoletto, ma comunque niente e nessuno vi impedisce di viaggiare se non voi stessi e le vostre paranoie.

Eh sì paranoie, perchè sono quelle che impediscono a tanti genitori con bambini di viaggiare od anche solo fare una vacanza tranquilla! Quindi qui di seguito trovate 3 pensieri-consigli semi-seri su come è cambiato il modo di viaggiare da quando c’è il nano.

1. Il tempo e la lentezza

Una delle cose che cambiano sono i tempi del viaggio. Non tanto nella lunghezza, quanto nell’intensità. Per spiegarsi: se prima come me macinavate chilometri su chilometri, musei dopo musei ed altre interessanti attrazioni culturali, adesso dovrete rivedere le vostre tempistiche e le vostre scalette di viaggio. Infatti ho imparato quanto sia necessario alternare le nostre esigenze a quelle del bambino, inserendo nel proprio itinerario anche parchi, posti dove correre e attività dedicate ai bambini. Il tutto da bilanciare ovviamente con i nostri interessi.

2. Organizzazione

Viaggiare con i bambini
Viaggiare con i bambini

Fondamentale in un viaggio con i bambini è l’organizzazione. Le cose non possono essere lasciate troppo al caso e dobbiamo avere il controllo della situazione. Mi riferisco soprattutto alle necessità primarie del bambino, come mangiare e bere, giocare e dormire. Queste attività sono di primaria importanza per ogni bambino che vada dagli 0 mesi ai primi 10 anni di vita. Diciamo che dovrete essere una specie di direttore d’orchestra ed imparare a concertare queste sue necessità, con il viaggio e soprattutto con le vostre necessità! Io cerco sempre di organizzare gli spostamenti durante il momento della nanna, così come arrivi e partenze negli orari dei pasti. Poi porto sempre uno zaino con dentro un cambio, un piccolo snack e soprattutto qualcuno dei suoi giochi preferiti.

3. Divertimento

Come direbbe una delle famose Tate della nostra televisione, “parola d’ordine divertimento!“. Eh sì, perché un viaggio deve essere divertente sennò diventa un incubo e difficilmente ripeteremo l’esperienza. Per divertirsi bisogna liberarsi dallo stress e dai tanti pensieri che ci ronzano in testa. Concertiamoci sul momento, sull’esperienza che stiamo vivendo. Non facciamoci prendere dall’ansia da prestazione: mio figlio deve stare fermo, zitto, etc etc… I bambini sono bambini e capita che urlino, corrano e facciano cose che noi adulti troviamo sconvenienti. Lasciamoli liberi e stressiamoci meno! (Ovviamente questo non vuol dire lasciare i bambini allo stato brado 😉 ).

Da quando è nato il nano lentezza, organizzazione e divertimento sono diventate le parole d’ordine del viaggio, così come anche quelle di costruire in lui bei ricordi ed insegnargli a non aver paura di ciò che non si conosce e ad apprezzare le novità.

Ammetto che per me il viaggio vero, quello che facevo prima dell’arrivo del nano non è ancora arrivato, ma più per “banali” problemi economici che per reali impedimenti o paranoie. In ogni caso da quando ha 3 mesi l’ho portato in giro con me per tutta la Toscana, in musei, mostre, negozi, ristoranti ed anche siti archeologici. Ho ancora ben impresso nella memoria quando a 16 mesi vestito solo di pannolino per la mano al suo Babu risaliva dalle tombe etrusche di Sorano! Uno spettacolo per l’anima e per il cuore :mrgreen: .

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