Viaggiare con un bimbo piccolo: quello che nessuno ti dice
Di ritorno da un viaggio ho pensato di condividere qualche riflessione sul cosa significa viaggiare con un bimbo piccolo.
Qualche pensiero dedicato alle neomamme (o a chi sta pensando di diventarlo) che amano viaggiare perché quando non sei ancora genitore sui viaggi in famiglia parenti e amici te ne dicono di ogni tipo, da chi pronostica che non viaggerai più almeno fino alla maggiore età dei pargoli a chi invece assicura che con un frugolo di pochi mesi si è già pronti per andare nel mezzo del deserto del Kalahari.
 
Il risultato è una gran confusione, che si amplifica nei primi mesi quando, tra pannolini che paiono prodotti di alta ingegneria e notti insonni, anche solo spostarsi di qualche metro appare un’impresa epica.
Così va a finire che una si chiede: “Ma cosa significa davvero viaggiare con un bambino piccolo?”
Ecco qui quindi qualche “risposta in pillole” tratte dalla nostra esperienza, un post sincero, senza fronzoli, che racconta quello che nessuno ti dice  prima di diventare genitore in merito alle fatiche (ma non solo) che comporta partire con un bimbo piccolo…
Perché secondo me per viaggiare con un bambino piccolo bisogna avere una bella dose di organizzazione, un po’ di incoscienza ma anche la capacità di saper ridere, di se stessi e di quel cucciolo d’uomo completamente dipendente da noi, che però si comporta come un piccolo despota.
 
Per questo, dopo aver pianificato tutto fin nei minimi dettagli per evitare brutte sorprese, dovrete partire e, ogni tanto, guardarvi dall’esterno e sorridere, magari mentre salirete dalla spiaggia con in braccio un pupo stanco che piange perché ancora desideroso di giocare, uno zaino sulle spalle, l’asciugamano attorno ai fianchi e il secchiello tra i denti, mentre il papà starà a sua volta trasportando il resto dell’attrezzatura.
Dovrete essere capaci di farvi una risata sentendo su di voi lo sguardo di disapprovazione della coppia senza figli sdraiata al sole poco lontano, mentre, con sforzi sovrumani, starete provando a far fare la doccia ad un nanetto che si divincola e strilla come un torello infuriato manco fosse a una corrida, quando invece state solo cercando di evitare che gli venga una colossale irritazione a causa della sabbia finita nel pannolino. 
Sarà necessaria tanta sorridente pazienza quando, proprio al momento di uscire di casa già in ritardo per andare verso l’aeroporto il piccolo tiranno deciderà che è il momento opportuno per fare la cacca e ovviamente per essere cambiato.
Credits www.patatofriendly.it
Credits www.patatofriendly.it

Per non parlare poi della creatività e dei sorrisi che occorrono per affrontare lunghe ore di viaggio passando da una canzoncina all’altra, con un bimbetto che non vuole dormire mentre voi schiaccereste volentieri un sonnellino, del sorrisone che dovrete saper rivolgere al vicino di posto sull’aereo quando il vostro cucciolo d’uomo gli avrà rovesciato l’intero contenuto del vassoio sulle gambe o delle scuse che proferirete sorridendo al povero signore del posto davanti a voi quando il piccolo Ercole avrà sferrato l’ennesimo calcio nel sedile che neanche Kenshiro.

Da genitori viaggiatori dovrete imparare a sfoggiare con eleganza la maglietta palesemente macchiata di sugo, perché – questo è certo – per il piccolo di casa avrete previsto almeno tre cambi mentre non avrete pensato a nulla per voi e sarete costrette a continuare il viaggio con l’impronta della sua manina rossa impressa addosso a mo’ di lettera scarlatta.
Allo stesso modo una volta divenuti mamma e papà inizierete, senza nemmeno accorgervene, a sviluppare capacità di prevenire i possibili piccoli incidenti, tanto che, giunti in un qualsiasi ristorante, come prima cosa eliminerete automaticamente dalla portata delle abili manine di vostro figlio coltelli e bicchieri dall’alto stelo,ignorando lo sguardo allibito dei camerieri in attesa di versarvi il vino.
Ci saranno poi i libri non letti e dimenticati in fondo alla borsa della spiaggia, perché anche la vacanza al mare sarà una continua rincorsa dietro al piccoletto, l’abbronzatura “a zona” che non è un modulo del calcio bensì quella condizione per cui le vostre spalle sfoggeranno un colore intenso, piegati come sarete verso il basso per giocare col nanetto, che contrasterà con il bianco del vostro decolleté e l’onnipresente segno degli occhiali da sole, tenuti costantemente sul naso per scrutare le attività del piccolo costruttore di castelli di sabbia.
Non mancheranno poi le volte in cui lui si addormenterà come un sasso in auto proprio quando voi avevate pianificato di fare un giro per visitare quell’attrazione immancabile citata su tutte le guide del luogo e non avrete cuore di svegliarlo e quel ristorante elegante dove si mangia così bene ma da cui voi scapperete a gambe levate dopo aver appena assaggiato il primo piatto perché il cucciolo d’uomo sarà troppo stanco per comportarsi “da bravo bambino”.
In viaggio con il vostro bambino ci saranno le volte in cui vomiterà in auto obbligandovi a arrestarvi al lato di una strada trafficata e quelle in cui lui vorrà fermarsi per ore ad osservare una lunga colonna di formiche proprio quando voi avreste fretta di andare, diventeranno una routine la ricerca della spiaggia perfetta – per lui ovviamente – e quella del ristorante adatto a tutta la famiglia.
 
Viaggiare con un figlio piccolo significherà tutto questo ed altro ancora, ma significherà anche incrociare il suo sguardo gioioso al contatto con la sabbia morbida o il suo stupore davanti all’infrangersi delle onde sugli scogli.
Significherà sentirsi orgogliosi di lui quando pronuncerà quasi correttamente le parole di saluto in una lingua straniera o sorriderà felice al vostro vicino di ombrellone, conquistandolo con uno sguardo.
Un viaggio con i vostri bimbi piccoli vorrà dire l’emozione di assistere alle loro scoperte e di constatare i loro progressi, perché viaggiare per un bambino significa anche incontrare stimoli incredibilmente diversi da quelli  di casa e, proprio per questo, crescere.
Insomma per viaggiare con un bambino piccolo bisogna essere pronti a tutto ma soprattutto a tornare bambini insieme e ad accogliere dentro si sé lo stesso gioioso stupore di chi scopre il mondo per la prima volta e lo trova bellissimo! 
 
 

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